Fra i contenuti originali alcune biografie, interviste a Paolo Siani e alla moglie di Walter Tobagi. Il filo rosso che unisce tutte le vittime, il passato e il presente

Il portale di Ansa, la maggiore agenzia di stampa italiana, dà risalto al lavoro di raccolta e ricerca operato da Ossigeno per l’informazione attraverso due speciali curati da Martino Iannone: un Magazine multimediale e un podcast.

Il Magazine, a lungo segnalato con evidenza sulla homepage di Ansa.it, arricchisce i contenuti del sito della memoria con alcuni elementi nuovi:

• i ritratti dei fotoreporter Fabio Polenghi e Andrea Rocchelli,

• due brevi interviste originali al giornalista Alberto Spampinato, direttore di Ossigeno per l’Infomazione (una sulla passione per il giornalismo di inchiesta quale filo rosso che accumuna quei 30 giornalisti uccisi; l’altra sulla figura del fratello Giovanni, cronista e collaboratore dell’Ora di Palermo, ucciso a 25 anni, nel 1972 a Ragusa).

Un capitolo del Magazine è dedicato ai nove giornalisti uccisi dalla mafia (8 in Sicilia e uno Campania), a questa strage che non ha uguali in Europa. Una piccola bibliografia rimanda a libri e altri approfondimenti.

Il Podcast contiene:
• una intervista audio a Paolo Siani (fratello di Giancarlo, ucciso dalla camorra nel 1985 a Napoli) che ricorda come la repressione non basti a estirpare questa organizzazione, capace di guadagnare consenso anche con il proprio “welfare criminale”;

• una intervista alla moglie di Walter Tobagi, che ricorda le rare qualità professionali ma anche umane del marito ucciso;

• una intervista a Luciana Borsatti che, per Ossigeno, descrive le minacce e le intimidazioni di cui sono vittime tuttora i cronisti che svolgono con coraggio il loro lavoro. Un racconto che evidenzia la continuità ininterrotta tra il passato e il presente. Una triste condizione che non si riesce ancora a sradicare, come dimostrano con l’evidenza dei fatti anche i primi due Rapporti trimestrali 2020 di Ossigeno per l’Informazione (qui il primo, qui il secondo). Anche queste recenti storie documentate da Ossigeno mostrano come e perché fare giornalismo raccontando verità scomode continua a essere pericoloso.

Commenta