OSSIGENO 26 maggio 2023 – In occasione del 43esimo anniversario dall’uccisione del giornalista del Corriere della Sera, Ossigeno pubblica un estratto del libro Come mi batte forte il tuo cuore. Storia di mio padre, Einaudi 2009, pp. 289-295, di Benedetta Tobagi, figlia del cronista, giornalista e scrittrice (leggi la notizia)
Da Benedetta Tobagi, Come mi batte forte il tuo cuore. Storia di mio padre, Einaudi 2009, pp. 289-295
La chiave della vita di mio padre [Walter Tobagi] sta nel punto dove la terra tocca il cielo. La dimensione di speranza della fede religiosa non è mai disgiunta da una visione del mondo analitica e profondamente realista. La fiducia nelle possibilità di miglioramenti reali nella società va di pari passo con la preoccupazione di cosa fare ogni giorno nella propria professione perché qualcosa cambi davvero. Un sognatore pragmatico.
Non era un tribuno affascinante, eppure fu riconosciuto come un leader carismatico da molti giornalisti: il suo slancio fu in grado di scuotere tanti colleghi e trascinarli verso nuovi impegni, proseguiti anche dopo la sua morte. I suoi discorsi miti e riflessivi, ricchi di citazioni e riferimenti storici, vibrano di passione. […]
Capire il mondo, fare i conti con il negativo, senza abbandonare la convinzione che esiste la possibilità di fare bene e di migliorare le cose. Magari nel piccolo, ma esiste, sempre: anche quando tutto sembra perduto. Il “riformismo” di papà non era solo un insieme di convinzioni politiche, ma una sorta di condizione esistenziale: il sentiero stretto per sfuggire alla trappola duplice dell’arrendersi al cinismo e alla disillusione, da una parte, e allo sdegnoso rifiuto di mescolarsi con una realtà che si sa essere profondamente corrotta.
Sono allergica alla retorica vuota del martire e dell’eroe, che troppo spesso si applica alle vittime del terrorismo, ma non solo. […] Papà ha avuto paura, ha faticato, ha assunto posizioni impopolari e molto discusse, ha continuato a scrivere le cose che gli sembravano giuste, ha cercato di riempire ogni giorno di senso il suo ideale di democrazia: questo, non il “martirio”, fa di lui un punto di riferimento. […]
Non cessa di stupirmi il fatto che sopravvivano i residui di un’idealizzazione romantica attorno alle gesta dei terroristi. […] Perché vedere una grandezza tragica nei fantasmi deliranti dei terroristi e non nella maturità di chi sceglie di fare i conti con la realtà e impegnarsi nel mondo nonostante [gli ostacoli, le frustrazioni e le contraddizioni]? Come si può non cogliere l’idealità intensa, la tragicità persino, di un simile sforzo quotidiano?
La purezza delle posizioni assolute esercita un forte potere di seduzione, ma è una seduzione maligna. La purezza spesso non è altro che fuga, il rifiuto di fare i conti con la complessità e i limiti della realtà […]
La vita canta altrove, battendo un terreno fangoso e accidentato.
Benedetta Tobagi