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Giuseppe Impastato

Giuseppe Impastato

Mafie
Italia cronisti locali
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Iscritto all’albo professionale dopo la morte

CHI ERA

Nato a Cinisi, a 30 chilometri da Palermo, da una famiglia mafiosa, ancora ragazzo Giuseppe Impastato (Peppino per parenti e amici) ruppe con il padre e avviò un’attività politico-culturale antimafiosa. Nel 1965, a 17 anni, fondò il giornalino L’Idea Socialista e condusse le lotte dei contadini, degli edili e dei disoccupati. Nel 1976 diede vita a Radio Aut, emittente libera autofinanziata con cui denunciò i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e della vicina Terrasini; il programma più seguito era Onda Pazza, trasmissione in cui Peppino sbeffeggiava mafiosi e politici. Nel 1978 si candidò alle elezioni comunali nella lista di Democrazia Proletaria. Fu assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978 con una carica di tritolo messa sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia. Aveva 30 anni. Dapprima si parlò di atto terroristico in cui l’attentatore era rimasto ucciso, poi di suicidio. Grazie anche all’attività del Centro Impastato venne infine individuata la matrice mafiosa del delitto. Il 5 marzo 2001 la Corte d’Assise  di Palermo condannò il boss Gaetano Badalamenti all’ergastolo e il suo vice Vito Palazzolo a 30 anni di reclusione.

(da Giornata della Memoria dei giornalisti uccisi da mafia e terrorismo, 2008)

LEGGI LA SUA STORIA

  • Biografia di Giuseppe Impastato
    a cura di Enrico Bellavia, tratta da Giornata della Memoria dei giornalisti uccisi da mafia e terrorismo, Roma, 2008
  • Biografia di Giuseppe Impastato
    pubblicata sul sito di Casa Memoria Peppino e Felicia Impastato

LA RICERCA DEI RESPONSABILI

(Aggiornamento di Grazia Pia Attolini – 3 maggio 2020)

  • 1998 – Inizia il processo contro Vito Palazzolo. L’Ordine dei giornalisti si costituisce parte civile contro di lui. Un gesto di grande rilevanza, considerato che Peppino Impastato faceva attività di informazione ma non era iscritto all’Ordine.
  • 2000 – Un comitato della Commissione parlamentare antimafia approva una relazione segnalando responsabilità di rappresentanti delle istituzioni in merito a numerose e documentate denunce dei familiari e del Centro Impastato rimaste senza seguito. Tra gli altri, segnala il comportamento del generale dei carabinieri Antonio Subranni, che nel 1978, in qualità di comandante del reparto operativo di Palermo, svolse le indagini sulla morte di Impastato.
  • 2001 – Il processo ai responsabili dell’omicidio di Peppino Impastato si conclude condannando come mandanti i mafiosi Vito Palazzolo, a 30 anni, e Gaetano Badalamenti, all’ergastolo. Entrambi muoiono prima del processo d’appello.
  • 2011 – La Procura di Palermo riapre le indagini per scoprire i responsabili del depistaggio attuato per nascondere la vera matrice dell’omicidio, segnalato nel 2000 dalla Commissione parlamentare.
  • 2012 – Il pentito Francesco Di Carlo parla della richiesta mafiosa a Subranni di chiudere le indagini in cambio di benefici per la sua carriera. La Procura di Palermo chiede al gip l’archiviazione dell’inchiesta.
  • 2016 – Nuova richiesta di archiviazione del caso.
  • 2018 – Il gip di Palermo individua nel generale dei carabinieri Subranni il responsabile del depistaggio perché “aprioristicamente, incomprensibilmente, ingiustificatamente e frettolosamente escluse la pista mafiosa”. Il Gip parla anche di “vistose, se non macroscopiche anomalie delle attività investigative”. Ma cadono in prescrizione i reati di favoreggiamento per il generale dei carabinieri Antonio Subranni, e di concorso in falso per i tre sottufficiali, che la notte del delitto perquisiscono casa Impastato a Cinisi: Carmelo Canale, Francesco Abramo e Francesco Di Bono.

RICONOSCIMENTI

  • 1978 – Al funerale si presenta spontaneamente una folla di giovani: provengono in gran parte da Palermo e dai paesi vicini, gridano “Peppino è vivo” e portano con sé striscioni di condanna per la sua tragica morte e di sostegno ai suoi valori. “Con le idee e il coraggio di Peppino noi continuiamo” recita lo striscione che apre il corteo funebre.
    La sfida culturale di Impastato, da morto, smuove le coscienze del suo paese natale. I concittadini votano per lui alle elezioni per il Consiglio comunale e virtualmente lo eleggono.
  • 1998 – L’8 maggio 1998, nel ventennale della sua scomparsa, l’Università degli Studi di Palermo gli conferisce la laurea honoris causa in Filosofia.
  • 2000 – Con la regia di Marco Tullio Giordana e la sceneggiatura di Claudio Fava, esce nelle sale il film “I cento passi” che porta all’attenzione del grande pubblico la storia di Peppino, interpretato da Luigi Lo Cascio. Il titolo si rifà al numero dei passi che intercorrono a Cinisi tra la casa della famiglia Impastato e quella del boss mafioso Gaetano Badalamenti. Il film ottiene un successo straordinario: si aggiudica – tra gli altri riconoscimenti – il premio per la miglior sceneggiatura alla Mostra del Cinema di Venezia e ben cinque David di Donatello. Ma soprattutto segna uno spartiacque: da questo momento tutti conoscono la storia di Peppino, anche chi non si era mai avvicinato al lavoro di denuncia, documentazione e ricerca dei familiari e del Centro Impastato: lo conoscono bambini, giovani e adulti di tutto il Paese che inizieranno ad affollare “Casa memoria”, l’abitazione di famiglia dove dalla morte di Peppino la madre Felicia accoglie chiunque sia interessato a conoscere e ad abbracciare la sua lotta per la giustizia.
  • Il nome di Giuseppe Impastato è inserito nel Journalist Memorial del Newseum di Washington che contiene i volti e i nomi dei giornalisti uccisi mentre svolgevano il loro lavoro.
  • Presso la Casa del Jazz di Roma, Impastato è ricordato nella Lapide delle vittime innocenti delle mafie apposta all’ingresso e nel Pannello della Memoria di Ossigeno per l’Informazione.


I luoghi della memoria

Dopo la morte di mamma Felicia, nel 2004 “Casa Memoria” diventa “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”. Nel 2013, dopo lavori di ristrutturazione, si trasforma in un vero e proprio museo con documenti e materiali inediti, un punto accoglienza, un bookshop e un’area espositiva. Oggi è un “altare laico”, come lo definisce Umberto Santino, presidente del Centro Impastato: un luogo in cui la memoria incontra l’impegno e la cultura, dove vivono gli ideali di libertà, giustizia sociale e verità.  

Nel 2010 la casa del boss Tano Badalamenti, precedentemente confiscata, viene assegnata per scopi culturali e sociali all’associazione Peppino Impastato.

Nel 2012, anche grazie all’impegno di denuncia e di sensibilizzazione di Giovanni Impastato, fratello di Peppino, la Regione Siciliana avvia la procedura di esproprio, per pubblica utilità, del terreno e del casolare in contrada Feudo, dove Peppino fu ucciso, per farne un sito della memoria. Nel 2014 viene dichiarato luogo di interesse culturale. A gennaio 2020 l’operazione di esproprio passa in fase esecutiva. Secondo l’accordo tra Regione Siciliana e Città metropolitana di Palermo diventerà il “Centro nazionale culturale per la lotta alle mafie”.

L’eredità
Dopo la morte di Peppino, la madre Felicia Bartolotta, prende le distanze dal contesto mafioso della famiglia, costituendosi parte civile contro i mafiosi. Da quel momento , fino alla morte (2004), Felicia dedica interamente se stessa all’impegno di difendere e trasmettere la memoria del figlio e alle lotte per ottenere giustizia. Fra i familiari delle vittime innocenti di mafia dell’associazione Libera, Felicia Bartolotta diviene il personaggio più popolare e il suo esempio è spesso citato da don Luigi Ciotti. Attorno a lei, al figlio Giovanni, ai compagni di Peppino e ai soci del Centro siciliano di documentazione, nel corso degli anni è nato a Cinisi un movimento ideale che oggi unisce migliaia di persone che portano avanti le battaglie di Peppino Impastato.

Al suo nome sono stati intitolati in tutta Italia circoli, associazioni, collettivi, iniziative culturali, canzoni, spettacoli, libri, giornali, e anche strade, piazze, parchi e scuole.

LIBRI E DOCUMENTI

  • Felicia Bartolotta Impastato, Anna Puglisi e Umberto Santino (a cura di), La mafia in casa mia, La Luna, 1986.
  • Elio Camilleri, Peppino Impastato finalmente, 2001.
  • Centro siciliano di documentazione G. Impastato, L’assassinio e il depistaggio. Atti relativi all’omicidio di Giuseppe Impastato, 1998.
  • Commissione Parlamentare Antimafia, Relazione sul caso Impastato, 2000.
  • D’Angelo, Peppino, Cose nostre, varie ed eventuali, Il sole di tutti, 2010.
  • Di Vita, “Non con un lamento” Peppino Impastato, vertigini di memoria, Navarra editore, 2010.
  • Claudio Fava, Cinque Delitti Imperfetti, Edizione Mondadori, 1994.
  • T. Giordana, M. Zappelli, C. Fava, I cento passi, Feltrinelli, 2001.
  • Giovanni Impastato, Oltre i cento passi, Piemme, 2017.
  • Giovanni Impastato e Franco Vassia,  Resistere a Mafiopoli. La storia di mio fratello Peppino Impastato, Stampa alternativa, 2009.
  • Giuseppe Impastato, Umberto Santino, Lunga è la notte. Poesie, scritti, documenti, 2002.
  • Luciano Mirone, Gli insabbiati, Storie di giornalisti uccisi dalla mafia e sepolti dall’indifferenza, Roma, 2008.
  • Vitale-Guido Orlando, Amore non ne avremo, riedizione delle poesie di Giuseppe Impastato, Navarra editore, 2007.
  • Porchia Tiziano Riverso, “100 passi 100 sorrisi”. Matite satiriche il ricordo di Peppino Impastato, Ed. Zem Sanremo, 2009.
  • Umberto Santino, Peppino Impastato. Anatomia di un depistaggio, Editori Riuniti University Press, 2012.
  • Anna Puglisi, Umberto Santino (a cura di), Cara Felicia. A Felicia Bartolotta Impastato, Palermo, 2005.
  • Marco Rizzo, Lelio Bonaccorso, Peppino Impastato, un giullare contro la mafia (la storia di Peppino a fumetti), Edizioni Becco Giallo, 2009.
  • Umberto Santino, Chi ha ucciso Peppino Impastato, Palermo, 2008.
  • Umberto Santino, “Ricordare per continuare” Cartelle fotografiche sulla vita di Peppino Impastato.
  • UNCI, Giornata della memoria dei giornalisti uccisi da mafie e terrorismo, Roma, 2008.
  • Salvo Vitale, Centro passi ancora, Rubbettino, 2014.
  • Salvo Vitale, Nel cuore dei coralli. Peppino Impastato, una vita contro la mafia, Rubbettino, Soveria Mannelli 1995, 2008.
  • Salvo Vitale, Peppino è vivo. Nuova edizione ampliata delle poesie su Peppino, EGA (Abele), 2008.
  • Salvo Vitale e Guido Orlando, Peppino Impastato e i suoi compagni: “Notiziari di Radio Aut”, Edizioni Alegre, 2008.
  • Salvo Vitale, Quasi un urlo di libertà. Poesie per Peppino Impastato, Edizioni della Battaglia, 1996.
  • Salvo Vitale e Guido Orlando, Peppino Impastato e la redazione di Radio Aut: “Onda Pazza” registrazioni di Radio Aut, Edizioni Stampa Alternativa, 2008.

PHOTO GALLERY

Peppino Impastato, infanzia, ©Casa Memoria
Peppino Impastato, adolescenza, ©Casa Memoria
Peppino Impastato, impegno politico, ©Casa Memoria
Peppino Impastato, impegno politico, ©Casa Memoria
Peppino Impastato
Peppino Impastato

SUL WEB

Casa memoria Felicia e Peppino Impastato

Associazione culturale Peppino Impastato

Centro Siciliano di documentazione “Peppino Impastato”

Wikipedia – Peppino Impastato

INIZIATIVE DI OSSIGENO

Leggi come Ossigeno ricorda il giornalista:

  • Su Ossigeno.info
  • Su Archivio

FOCUS ANSA

Magazine “Erano giornalisti e sono morti per la verità e i lettori”

Podcast “Sono morti per la verità”

FILM, VIDEO, DOCUMENTARI

I Cento Passi, regia di Marco Tullio Giordana, 2000.

Felicia Impastato, regia di Gianfranco Albano, Rai Fiction, 2016.

Peppino Impastato: ricordi e racconti del giornalista che sfidò la Mafia (Siamo Noi – tv2000).

Diario Civile. Giuseppe Fava e Peppino Impastato, voci libere contro la mafia (Rai).

Peppino Impastato. Omicidio di mafia (La storia siamo noi – Rai).

Intervista a Giovanni e Felicia Impastato 25 anni dopo (Rai)

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